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Pensieri

Timide riflessioni di un’insegnante

Mi sono chiesta spesso, in questi giorni di riflessione voluta e forzata, quale sia il ruolo di tutti noi che non svolgiamo professioni sanitarie in questa emergenza: per la prima volta nella vita ho quasi rimpianto di esser sempre stata, per necessità professionali e personali, una ricercatrice da poltrona. Quando l’impazienza, l’impotenza ti bruciano il cuore e le mani è difficile farci i conti, ma poi ho pensato ai miei ragazzi. Alla loro gratitudine quando il suono delle nostre voci rompe la monotonia dei loro giorni, ai messaggi che mando loro perché non si sentano soli, al fatto che spesso mi sforzo di dar loro risposte che vorrei ricevere io per prima, al calore reciproco che si spande nell’etere e mi sono sentita utile, nel mio piccolo. Siamo tutti utili, a non disperderci. A restare insieme. A volerci quel Bene che dice Cortázar: “Además te quiero, y hace tiempo y frío”. [ E POI TI VOGLIO BENE, NEL TEMPO E NEL FREDDO]