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Pensieri poetici in tempo di Codiv

Ho trovato questa poesia e ho pensato di condividerla perchè esprime benissimo ció che stiamo vivendo tutti noi in questa primavera che non riusciamo a goderci..

Ci alziamo la mattina fuori c’è il sole ma c’è anche il virus. Muore il sorriso per un momento intanto che ci armiamo di pazienza e cerchiamo di non soccombere ai brutti pensieri. C’è il sole, i fiori, le rondini. Li guardi dalla finestra. Sei un po’ stanco. Ma sei vivo. Coraggio sempre. Arrendersi mai. Linda Valentinis

Ne usciremo più forti di prima 💪

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Il futuro nel passato

Grazie a questa pandemia sto riscoprendo il piacere della lettura, e tanto per rimanere in tema ho deciso di approcciarmi ad un autore che di situazioni che sfuggono di mano all’essere umano causando minacce mondiali ne sa qualcosa. L’autore è Michael Chricton e il libro è MICRO. Una lettura che si sta rivelando sorprendentemente attuale nonostante il romanzo sia stato pubblicato nel 2008. Giusto per rendere l’idea, l’inizio della storia narra di un giovane ricercatore che indaga sulla scomparsa del fratello il quale lavorava in una azienda biotecnologica che si avvaleva di nanotecnologie e micro-robotica per l’estrazione di composti chimici da substrati naturali, da vendere alle grandi case farmaceutiche. Il romanzo appartiene al genere “giallo fantascientifico”, o perlomeno nel 2008 sarebbe stata questa la sua nicchia. Tuttavia leggendolo mi rendo conto di quanto gli argomenti trattati siano in realtà attuali, in fin dei conti è già da qualche anno che si sente parlare di nanotecnologie, modificazioni Genetiche al DNA e tutta quella serie di argomenti che fino al 2010 erano considerati futuristici e fantascientifici. Ci siamo dentro, ora siamo a tutti gli effetti in grado di modificare il DNA di un organismo per migliorarlo. Questo mi ha fatto riflettere su quanto in realtà certi autori siano stati visionari nelle loro opere predicendo involontariamente quel futuro che ad oggi è il nostro presente. Non dovremmo sottovalutare il potere dei libri, ma accoglierlo e farlo nostro.. rielaborarlo, perché esso è spesso indice di sapienza, o perlomeno di immaginazione, e in questo periodo più che mai ne abbiamo bisogno. Sia dell’una che dell’altra.

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Prima e Dopo

Tra il prima e il dopo c’è il momento presente, questo tempo che passa inesorabilmente e sempre uguale, anche se a tratti ci sembra non trascorrere mai. Credo che questo periodo rappresenti e rappresenterà un momento-cerniera e un giorno diremo “prima del Coronavirus” e “dopo il Coronavirus”, così come mio padre, che quest’anno compirebbe cent’anni, soleva dire “prima e dopo la guerra”. A detta degli esperti, dei politici, dei giornalisti, infatti, nulla sarà più come prima: dovremo mantenere il distanziamento, indossare le mascherine; finiti gli aperitivi, le gite scolastiche, gli autobus affollati, le cene con gli amici, le serate a teatro o al cinema, insomma tutto quello che era assolutamente normale nella nostra vita quotidiana pre-virus. E la vita post-virus? Per il momento ne abbiamo avuto un assaggio, con le lezioni on-line, gli incontri virtuali sulle piattaforme, il lavoro agile, tanto più agile se si hanno bambini piccoli o in età scolare, le code interminabili ai supermercati, i guanti di gomma… Il genere umano ha sempre mostrato nel corso della storia una grande capacità di adattamento e quindi situazioni che fino a un mese fa sembravano impensabili sono diventate realtà. C’è solo da augurarsi che il momento presente ci sia servito a ri-pensare alla vita prima del virus per riuscire a rendere migliore la vita che verrà dopo il virus.

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Primavera

Aver il tempo di odorare, ascoltare, vivere la primavera Accorgersi dei fiori in giardino Scoprire il corteggiamento di un merlo Vedere animali in strada senza paura Sentire il vento e i suoi rumori Stare i silenzio perché parla la natura Purtroppo è merito del virus, ma è bellissimo

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La quarantena plasma il pensiero

È strano come il mondo inizialmente fosse tangente all’isteria collettiva, accecato dall’ansia di dare un freno all’incessante ritmo della propria vita ed ora che iniziamo a vedere la luce alla fine del tunnel, le persone si dividono in due gruppi: chi teme la rinascita e la ripresa e chi brama il desiderio di vivere al di fuori delle quattro mura casalinghe.

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Un tempo senza tempo…

Stiamo vivendo un tempo senza tempo, un tempo dove i nostri sogni, obiettivi e desideri sono stati sospesi da un incessante divenire di fenomeni imprevisti. Mancano la scansione dei secondi, minuti, ore; ciò che ci faceva trepidare quando eravamo intenti a vivere momenti di vita. Eppure mi accorgo che forse non abbiamo saputo dare al tempo il giusto valore, la giusta importanza, e così abbiamo fatto in modo che ci sfuggisse di mano, diventando vittime di un tempo relegato a una continua corsa senza precedenti. Oggi mi accorgo che ne abbiamo sprecato molto e allora vorremmo quasi riprenderci quel tempo perso. La vita è un’avventura straordinaria, ma non ti avvisa mai dei suoi imprevisti. Pensare di avere sempre del tempo, prendersi del tempo: adesso comprendo che non ci sia cosa più sbagliata! E allora, quando ci rialzeremo da questo periodo sospeso, impegniamoci a vivere il nostro tempo valorizzando il momento presente; solo così potremmo imparare ad assaporare la bellezza e la straordinarietà della vita.

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Un nuovo inizio… (?)

Nessuno forse si sarebbe mai aspettato un evento del genere. In poco tempo un nemico “invisibile” ha cambiato radicalmente le abitudini umane, portandoci spesso a riflettere su noi stessi… a capire davvero cosa voglia dire l’isolamento dagli altri, la paura, l’attesa… abbiamo pensato a noi, al nostro presente, al futuro… ai nostri cari. Lentamente, come una candela ci siamo “spenti”, insieme a tutte le attività produttive, lasciando un gran silenzio dentro e fuori di noi… Questo momento difficile in realtà porta con sé anche una grande opportunità… quella del cambiamento. Impareremo forse a vivere meglio, riusciremo a prenderci più cura di noi stessi… saremo in grado di avere una visione diversa delle cose e delle persone che ci circondano, un po’ come fanno i bambini… magari torneremo anche a sorprenderci per ogni cosa. Ne usciremo più forti e lentamente ci riprenderemo… ritroveremo i luoghi, le persone, i familiari, gli amici… cureremo le ferite. Perché non cogliere davvero l’occasione per “fare pace” con la natura e darle più spazio e rispetto? Sarebbe una svolta. Davvero. Un nuovo inizio. Roma… come tante altre città italiane, immersa ormai nel silenzio da più di un mese, è ancora più bella. Al mattino si riescono a sentire “i rumori di fondo”… si percepisce un’aria “frizzante”, pulita, leggera… la natura respira, gli animali lentamente hanno ripreso gli spazi che gli abbiamo portato via in poco tempo. E se davvero riflettessimo anche sullo spazio che “ci è stato tolto” in questo periodo? Immaginando solo per un momento di poter essere noi quegli animali, a cui nel tempo è stato negato loro lo spazio…? Capiremmo. Ne usciremo migliori… sicuramente… ma, c’è bisogno di collaborazione, unità, rispetto, come ci sono stati in questo periodo. Così come ci prendiamo cura delle persone ammalate, dovremmo ritrovare un’umanità che lentamente abbiamo perso… prendiamoci cura di noi e di ciò che ci circonda. Possiamo fare la differenza… facciamola, adesso… diamo vita a un nuovo inizio. Roma, 25/04/2020

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Riflessioni

Scriverò di questo periodo storico segnato da un virus dal nome Covid-19. Dirò che da un giorno all’altro ci siamo trovati catapultati in una realtà che di reale aveva ben poco. Di giornate scandite da una libertà compromessa perché ciò che contava era attenersi a certe regole per poter debellare il maledetto virus. Dirò che ci erano mancati gli abbracci e gli sguardi. Dirò che la nostra libertà era stata circoscritta tra le mura domestiche e l’unico modo per sentire la vita sfiorarti il viso, era esporsi alla finestra. Dirò che non erano mancati i momenti di sconforto ma se d’altronde pensavi a chi sfortunatamente era capitato in letto d’ospedale attaccato alla speranza di un respiratore, allora sì che lamentarsi diventava una bestemmia, e nonostante tutto dovevi sentirti fortunato. Dirò che in televisione e sui social non si parlava d’altro e che ogni bollettino giornaliero pronunciato dalla protezione civile, ti regalava momenti di suspanse fatti di ansie e speranze allo stesso tempo. Dirò che mai come adesso avevo capito quanto è importante la libertà e quanto sono importanti i rapporti sinceri. Dirò che questo momento mi aveva fatto capire che non tutte le persone tengono a te nella stessa misura. Dirò che anche una semplice telefonata era stata capace di darmi sollievo e che le videochiamate erano diventate l’unico modo per sentirti più vicino a qualcuno. Dirò che questo era stato il periodo della prova, e che come combattenti eravamo stati messi in trincea a lottare contro un nemico invisibile ma non per questo innocuo. Dirò che questa quarantena mi aveva fatto riscoprire una forza che nemmeno io conoscevo e che era l’unico elemento indispensabile per non crollare. Dirò che nell’attesa di tornare alla vita di tutti i giorni, avevo imparato ad assaporare ogni attimo… Infine dirò che per quanto la tempesta ci sconvolge, non c’è arcobaleno che non spazzi via le nuvole, perché in fondo se ci credi, ANDRÀ TUTTO BENE!

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RESET – RESTART – RETHINK

Non torneremo a vivere la nostra quotidianità perché tutto sarà diverso… noi stessi saremo diversi. È un’occasione per riflettere, essere creativi, accettare il nostro passato, evolvere e vivere il presente. Lo diciamo spesso che del futuro non c’è certezza, e mai come ora ne siamo totalmente consapevoli. Iniziamo a dare più valore al presente, alle persone che abbiamo già accanto, alla natura che ci circonda. Proviamo a focalizzarci di più su ciò che già abbiamo e non solo su quello che ci manca. Due anni fa durante il cammino di Santiago lessi su una pietra questa frase “Better to die with memories then dreams”. Proviamo a realizzarli questi sogni e non lasciamoli li nel cassetto. Alcuni si avverano, alcuni saranno delle delusioni, altri dei successi e altri dei fallimenti. Ma almeno potremmo dire di averci provato..o almeno di aver vissuto❤️

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Vivere

Cosa può dire una ragazza di 18 anni, compiuti nei giorni in cui la pandemia era appena iniziata? È stato un po’ beffardo, il destino, se davvero esiste. Nonostante la libertà non arrivi davvero fino alla fine del liceo, un po’ di rammarico per i programmi rimandati, le feste annullate, le occasioni perse c’è comunque. Per un adolescente traboccante di energia questa ‘inattività ‘ pesa parecchio. Certo, lontani dalle responsabilità si può anche stare ‘comodi’, ma non si cresce affatto. Va bene il workout, la meditazione, lo studio, ma soprattutto gli imprevisti quotidiani, l’ignoto, gli incontri e soprattutto gli scontri fanno crescere e ci fanno sentire vivi. “Che l’unico pericolo che sento veramente // è quello di non riuscire più a sentire niente “(Fango, Jovanotti) Fine dello sproloquio egoista. È ora del workout