Sono insegnante, e mi mancano terribilmente tutti i miei alunni. Amo il mio lavoro che mi offre ogni giorno la possibilità di imparare da loro, da ciascuno di loro, di non dare mai nulla per scontato, di stupirmi e di meravigliarmi con loro di fronte alla bellezza che ci circonda. Mi piace osservare la realtà attraverso i loro occhi. Pensavo impossibile fare scuola in questo momento surreale… La scuola – pensavo – è per definizione zaini, banco, libri, lavagna, lim, matite e suono della campanella! Mi sbagliavo. La scuola passa anche da un freddo pc, da uno schermo, dalle cuffie, purché lo schermo sia riempito di contatto, di relazione, di sguardi, di sorrisi. Ma anche di parole belle. Di sostegno, conforto, comprensione, incoraggiamento e di ascolto. Di normalità insomma, quella di cui tutti, e in modo speciali i ragazzi, hanno bisogno di percepire ora che le certezze mancano. In queste mattine cerco in ogni maniera di far passare dal mio schermo una carezza virtuale a ciascuno dei miei alunni, uno sguardo comprensivo, di incoraggiamento, dicendo loro che ce la faremo, e che ritornare in classe sarà ancora più bello perché ricorderemo che la scuola, ovunque essa sia, è la cosa più bella che c’è perché significa stare insieme.
Categoria: Pensieri
Qôl demāmâ daqqâ
Sembra di vivere in un eterno momento di immaginazione non trovate? Pochi istanti dilatati a tal punto da considerarci quasi all’interno di un sogno. Fortunatamente anche, e soprattutto, nei sogni si va a scavare piano piano nella parte più profonda di noi stessi. Una parte resa prigioniera troppo spesso da una frenesia, da un contesto che, come una grossa pietra posta a chiusura, la soffocava in un sepolcro. Bisognerebbe e sarebbe utile ripensare a come l’abbiamo cortesemente invitata ad entrarvi in questo sepolcro, a come l’abbiamo costretta sotto la magia diabolica ed anestetizzante della distrazione, resa sinonimo di libertà, antitesi di un soffio vitale. Certo, ora per quanto si voglia ancora a mettere a bado una visione più profonda, la nostra situazione forzata riesce quasi a spostare quella pietra, solo un po’ per farvi entrare un raggio di luce. Possibilità come questa, di raccogliere pensieri e condividerli potrebbero essere parte di quella luce. Ma perché, mi domando, bisogna essere arrivati a questo punto per permettere e permetterci di guardare (sempre se lo si vuole chiaramente) le cose da un’altra prospettiva? Forse la paura è il fattore scatenante di tanti flussi di coscienza…. il voler per forza rimanere ancora più connessi nasconde un terrore mortale nel distaccarsi per un tempo indefinito da relazioni asettiche tante volte mancanti di genuinità e trasparenza. Ma viviamola questa paura, ascoltiamola, ascoltiamoci. Alleniamo la sacra arte dell’ascolto e dell’attenzione. Verso noi stessi, verso chi ci sta accanto, verso gli ultimi, i bisognosi e gli impoveriti delle nostre città che supplicano giustizia verso sciagure di cui noi siamo colpevoli…direttiamente o meno. Verso la terra in cui viviamo e lo sfruttamento dell’ambiente che grida vendetta al cospetto di Dio. Quante volte abbiamo lasciato che il superfluo saturasse i nostri cuori, le nostre anime? Non ci si accorge quasi mai di quella voce di un silenzio sottile che ci guida verso una pienezza di vita fatta di poco, ma che da tanto. Mi è arrivato questo invito a lasciare un pensiero da una persona speciale e la ringrazio. Tutti abbiamo le nostre ferite ma il vaso rotto in oriente lo riparano con venature d’oro nelle crepe, per esaltare la bellezza della rinascita. Ma dobbiamo lasciarci aiutare. E allora con tutto il cuore, il mio augurio, una volta finita questa reclusione, non è di ritornare alla normalità. È di andare controcorrente portando avanti questa bella ricerca di bellezza, nel dialogo, nella meditazione, nell’ascolto, nell’essenziale….. soprattutto tramutare le parole in concretezza partendo dalla piccola azione quotidiana. Accorgiamoci delle richieste di aiuto dei nostri vicini. Impariamo a perdonare e a perdonarci. Impariamo ad ascoltare. Lasciamo che quella pietra rotoli via da quella tomba soffocante.
Ho sempre amato il sorriso delle persone, e spesso per salutare, ringraziare, mi bastava un sorriso. Ieri sono andata al supermercato e all’entrata ho sorriso alla guardia, per ringraziare il commesso, ho sorriso.. poi mi sono ricordata di avere la mascherina. Mi mancano i sorrisi delle persone.
Credo che questa quarantena ci obblighi a ri-orientare i nostri sguardi. È vero che ci isola dal mondo esterno, ci distanzia dalle persone che sceglieremmo in normali circostanze, ci ferma dall’adempiere ai nostri doveri; ma allo stesso tempo ci apre al nostro mondo interiore, ci riavvicina a persone che altrimenti trascureremmo, ci porta a riscoprire le nostre passioni. Imparare a vedere il bicchiere mezzo pieno, a trasformare un metallo in oro, a sfruttare l’occasione che ci viene offerta rimane la cosa migliore che ci resta da fare.
Me la cavo
Finché la mia mente sará in grado di trotterellare da un angolo all’altro mi posso reputare viva, o perlomeno esisto Di recente ho provato la sensazione di riuscire a rimanere in equilibrio sopra a un filo,come mai ero stata capace Alcune giornate di questa prigionia mi scivolano via dalle mani altre invece sono piuttosto infinite, mi sento vincente e determinata a portare avanti dei minimi obiettivi appena sveglia.. Il pomeriggio già sento il peso di queste “promesse “che mi faccio tanto per non pensare a come se la sta passando il mondo là fuori .. Alla fine questa quarantena è la descrizione ben riuscita di come sono fatta, a tal punto da trovarmi persino a mio agio. La ricetta è confusione come ingrediente base,un pizzico di malumori e dubbi ,spontaneità e solarità a volontà ! Mescolare bene fino ad ottenere un impasto né troppo liquido né troppo solido, infornare a 180 gradi e non lasciare che si raffreddi troppo, potrebbe lasciare un sapore amaro in bocca, un po’ come se steste assaggiando la sottoscritta 😅 Alla fine non c’è alcun manuale di sopravvivenza, pensarla così mi da abbastanza forza da viverla con il sorriso
Fermi tutti!
Perché non apprezzare questa quarantena? Io lo sto facendo. Anzi forse è il caso di dire che la quarantena mi sta facendo apprezzare il tempo. E quindi apprezzo la quarantena. È un circolo vizioso, dal quale fortunatamente si uscirà, che mi ha messo di fronte le piccole cose che trascuravo prima della pandemia, preso dalla frenesia delle giornate e del mondo in generale. Certo, siamo privati di molte libertà ma senza queste privazioni forse non avremmo avuto il tempo di riflettere su molte cose: l’aria si ripulisce, i delfini nuotano per i canali di Venezia.. Qualche tempo fa ho piantato una pianta in giardino; la guardo crescere, mettere le prime foglioline, meravigliandomi di quante cose non so e mai mi sono preoccupato di sapere. C’è del bello in ogni cosa della natura e lo stare “bloccato” me le fa apprezzare. Mi chiedo solamente se quando tutto sarà finito, l’essere umano avrà veramente imparato qualcosa.
Ora d’aria
Strano perché se fino ad oggi non ho ancora iniziato a spacciare per procurarmi del denaro è giusto per paura di finire in galera … eppure eccomi qua!!! Praticamente è come se ci fossi 😅! Con la leggera differenza che povera ero e povera rimarrò! Ma tutto ok … A parte questo inizialmente ero anche positiva credendo che finalmente avrei avuto più tempo per potermi “confrontare” con quella maledetta vocina che abita il mio cervello da sempre, ma dopo un mese di quarantena ha iniziato ad essere controproducente visto che mi ci attacco neanche fosse mio marito 😟! (Conflitto emotivo) Ad ogni modo questa quarantena mi ha fatto capire ancora di più quanto siano essenziali i rapporti in generale nella vita… Mi piace pensare che quando sarà tutto finito saremo tutti un pizzico meno egoisti e che tutto questo ci abbia aiutato a pensare , a fermarci e riflettere per un secondo , a godere anche del silenzio che nelle grandi città come Roma (la mia città natale) molto spesso viene a mancare… Mi sento vulnerabile e penso che avrei bisogno di un ora d’aria
Sarà che tutti indossiamo mascherine, sarà che ci muoviamo distanziati e ogni conversazione si spegne, sarà la paura che ci ammutolisce. Il traffico inesistente. Questo momento lo ricorderò per il silenzio. Nei supermercati, in posta, a casa. Un silenzio assordante.
Stanotte le figlie di una Paziente mi dicono: chissà quante persone vedete qui di notte.. Chissá quante persone incontrerete.. È un periodo duro, Probabilmente molte non ce la faranno.. Vero??? Però voi ci siete comunque perché: se potete curare, curate. Se non potete curare, calmate , se non potete calmare consolate… Che dire nel mio volto scendendo due lacrime le asciugo x forza, la ringrazio per la comprensione e vado avanti perché suona il telefono delle urgenze e devi devi per forza essere Lucido…grazie colleghi 🌟 #iononpossorestareacasa ❣️ #voirestateacasa ✨ #diariodiunanotteinprontosoccorso
Tempo nuovo
La prima cosa che ho pensato quando il Presidente ha annunciato il lockdown è stata: questo sarà tempo nuovo. Non tempo morto, ma nuovo. Tempo che terrò annotato nei miei diari ed ora anche qui. Non voglio perderlo questo dono. Viviamo una vita scandita da ritmi serrati tra un appuntamento e l’altro ci è concesso vivere, mangiare, dormire. Ma quando ci ricapita un’occasione in cui possiamo riprendere in mano quel libro mai finito, o quella tela bianca mai dipinta. Quindi per me questa quarantena sarà ricca! Ricca di tutte le passioni che col lavoro e la frenesia avevo scordato. Passo le mie giornate a leggere, a dipingere a fare ogni mattina il saluto al sole. Credo che Covid ci insegnerà molto, ci ha regalato la possibilità di fare STOP di guardarci dentro e riscoprirci persone ricche di interessi e passioni. E io vi auguro con tutto il cuore di conservare per sempre la meraviglia di lasciare andare il tempo e poterselo godere tutto. Con amore e speranza per il futuro!:)