Ve lo siete mai chiesto come se la passa un ipocondriaco? In tempi non sospetti giravo con igenizzante e stavo bene attenta a dove posavo le mani, badavo ad ogni cambiamento fisico e mi preoccupavo se avvertivo qualcosa era nuovo, un mal di testa diventava subito sospetto, dietro a un’influenza si nascondeva chissà che altro. Non potevo ascoltare storie di malati, mi facevano soffrire. Poi la terapia per imparare a convivere con la mia paura. Poi una pandemia! Diciamo che se questo fosse un videogioco io sto affrontando il temibile mostro finale e la sapete una cosa? Non mi fa più paura! I primi giorni passavo il tempo a controllare i numeri e a misurare la febbre, poi ho imparato a fidarmi e affidarmi al tempo, alla scienza e alla pazienza. Ora la mia paura è diventata empatia verso chi sta combattendo contro un male reale, con chi sta vivendo uno o più lutti e spero che possano trovare conforto nel futuro. Perché solo questo abbiamo, il futuro e la ricerca. Da ipocondriaca dico grazie alla medicina e ai suoi portentosi supereroi. GRAZIE, SENZA DI VOI SAREMO FINITI DA UN PEZZO!
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