Correvano tempi grigi in quel periodo, io me lo ricordo molto bene, anche se all’epoca non ci rendevamo conto di ciò che ci stava accadendo. E certo erano tempi incerti, quelli senza una rotta maestra ad indicarti la via, quelli senza un esempio chs valeva la pena seguire, quelli dove tutto era affidato al buon senso degli individui, pregando Iddio che ne avessero. Oggi, col senno di poi, potremmo dire che la vita procedeva per inerzia a quel tempo, tutti i valori fondanti della società cadevano giù uno ad uno come birilli, sdoganati da uomini e donne vittime del loro tempo, privati lentamente di ogni facoltà intellettuale, atrofizzati nel loro pensiero razionale, spogliati progressivamente di tutti quei valori che erano stati la base del mondo in cui vivevano. Un lento ma inesorabile declino si affacciava loro davanti, il Nuovo Medioevo, come lo chiamiamo oggi, era alle porte. Esso stava facendo il suo ingresso in quello che era definito allora il mondo moderno, il mondo globalizzato dove non dovevano esistere confini né limiti, il luogo dei desideri. Ma si sa, quando si è abituati ad avere tanto senza aver mai lottato per ottenerlo, il rischio che più facilmente si corre, nella migliore delle ipotesi, è quello di dare per scontato ciò che si ha tra le mani, di sminuirlo, fino ad arrivare a rinnegarlo. E così accadde. I movimenti nazionalisti riacquisirono un inaspettato potere, convogliando rancori e paure verso il diverso: quello che veniva dal mare, quello che professava un altro credo religioso, quello che amava una persona del suo stesso sesso. Nessuno fu escluso e a stento si riusciva ad arginare la barbarie che avanzava. Gli Stati si confinavano su se stessi, tornarono i dazi, la minaccia di una guerra era sempre all’ordine del giorno. Anche la natura pagava il suo prezzo, ma più che pagarla lei, la faceva pagare a noi, colpevoli di non aver avuto cura del suo immenso patrimonio a disposizione. E così vennero la siccità, i tornado, gli alluvioni. Sciami di cavallette distruggevano i raccolti costringendo coltivatori in miseria mentre le api sparivano e alberi senza frutto palesavano la loro assenza. Non ci facevamo mancare nulla. Ma non capivamo ancora. Poi, come ogni Medioevo comanda, quasi a ristabilire l’ordine delle cose, arrivò lei. L’epidemia. Il covid-19 lo chiamarono.
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