Tra il prima e il dopo c’è il momento presente, questo tempo che passa inesorabilmente e sempre uguale, anche se a tratti ci sembra non trascorrere mai. Credo che questo periodo rappresenti e rappresenterà un momento-cerniera e un giorno diremo “prima del Coronavirus” e “dopo il Coronavirus”, così come mio padre, che quest’anno compirebbe cent’anni, soleva dire “prima e dopo la guerra”. A detta degli esperti, dei politici, dei giornalisti, infatti, nulla sarà più come prima: dovremo mantenere il distanziamento, indossare le mascherine; finiti gli aperitivi, le gite scolastiche, gli autobus affollati, le cene con gli amici, le serate a teatro o al cinema, insomma tutto quello che era assolutamente normale nella nostra vita quotidiana pre-virus. E la vita post-virus? Per il momento ne abbiamo avuto un assaggio, con le lezioni on-line, gli incontri virtuali sulle piattaforme, il lavoro agile, tanto più agile se si hanno bambini piccoli o in età scolare, le code interminabili ai supermercati, i guanti di gomma… Il genere umano ha sempre mostrato nel corso della storia una grande capacità di adattamento e quindi situazioni che fino a un mese fa sembravano impensabili sono diventate realtà. C’è solo da augurarsi che il momento presente ci sia servito a ri-pensare alla vita prima del virus per riuscire a rendere migliore la vita che verrà dopo il virus.
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